In onore dell’aglio rosso di Sulmona è stato allestito un museo-galleria accolto negli spazi dell’Abbazia di Santo Spirito a Morrone alla Badia di Sulmona. La coltivazione dell’aglio rosso nella Valle Peligna è di antica tradizione, come confermano testimonianze della metà del XIX secolo.
L’inaugurazione è stata l’occasione per raccontare storia, segreti e tradizioni legati a questo prodotto che è anche un marchio registrato che fa parte dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) e dell’Arca del Gusto Slow Food.
La leggenda racconta che il dio Ermes lo diede in dono ad Ulisse per resistere alle lusinghe della maga Circe.
Diverso dall’aglio comune per colore e dimensione, l’aglio della Valle Peligna ha un leggero sapore piccante, ha il più alto contenuto di oli essenziali. Si caratterizza per l’elevata conservabilità (anche un anno, se tenuto in luogo asciutto) ma soprattutto per l’aroma particolarmente intenso.
Le teste devono essere al massimo tra i 4,5 e i 5,5 centimetri, possiede proprietà organolettiche e curative ed è un ottimo “disinfettante”, infatti gli allevatori lo danno agli animali per purificarli e i contadini lo usavano per tenere lontano insetti e alleviare il prurito in caso di punture. Innumerevoli sono i suoi utilizzi in tanti piatti tradizionali della cucina abruzzese.
Il percorso allestito nel museo darà la possibilità di assistere alla proiezione di documentari che racconteranno tutti gli aspetti nutrizionali, tradizionali, folkloristici e storici di questo prezioso alleato del gusto e della salute.
C’è anche una sagra dedicata all’aglio rosso di Sulmona, che si svolge solitamente a luglio Campo di Fano, frazione di Prezza (Aq).