Trieste fascino cosmopolita e cucina popolare

Arrivando dalla panoramica strada costiera Trieste si annuncia in tutto il suo fascino con la maestosa silouette del Castello di Miramare, affacciato sulla punta del promontorio di Grignano con il suo parco lussureggiante.

Entrando nel centro storico il “salotto” di Piazza Unità d’Italia conferma l’impressione sfoggiando una schiera di sontuosi edifici, come il Palazzo della Luogotenenza austriaca, oggi sede della Prefettura, e Palazzo Stratti con lo storico Caffè degli Specchi. Voltando lo sguardo verso il mare, ecco un altro luogo simbolo della città: il Molo Audace, lunga e stretta lingua di pietra sospesa sull’acqua, dalla quale si gode di una incomparabile vista della città e di strepitosi tramonti sul mare.

Tra le vetrine degli antiquari e i negozi ultracentenari – tra cui la celebre enoteca Bischoff – non può mancare una sosta presso uno dei caratteristici “buffet” triestini. Locali di memoria austro-ungarica dove a ogni ora del giorno è possibile assaporare piatti veloci, semplici e gustosi, come gli gnocchi di pane e prosciutto, i fusi istriani con spezzatino di gallina, la palacinke alla mandriera e zuppa di kren. 

Per i più golosi tappa obbligata a La Bomboniera, pasticceria in stile liberty che dal 1836 soddisfa i triestini con bontà locali come presnitz, putizze, pinze e la squisita torta Rigojanci. 

Prima di lasciare la città vale la pena fare un bel giro sulla famosa tranvia di Opicina che dal 1902 collega il centro al Carso triestino. Un viaggio su questo antico tram permette di compiere una splendida gita fuori porta e contemplare dall’alto l’intero golfo di Trieste. 

UNA CUCINA, MILLE SAPORI

Tra le pietanze triestine più popolari spiccano la “jota carsolina”, una zuppa a base di fagioli, crauti e patate; gli “gnocchi de susini”, grandi gnocchi farciti con mezza prugna, consumati come primo o come dolce a seconda dei gusti; o ancora, i “pedoci a la scotadeo” (cozze alla scottadito), i saporiti “sardoni in savor”, ma anche il gulasch, che a differenza della ricetta ungherese non prevede le patate. Capuzzi (crauti) e bruscandoli (asparagi selvatici) sono ottimi contorni. Molto diffuso l’utilizzo di spezie ed erbe aromatiche, cumino su tutti, così come l’uso del kren (radice di rafano), dal gusto pungente. 

DOLCI AUSTRO-UNGARICI
Anche nei dessert spiccano le influenze estere. Tra i tanti vanno citati il presnitz (dolce di sfoglia e frutta secca), immancabile sulle tavole natalizie, la putizza (pasta morbida ripiena di frutta secca), lo struccolo de pomi o cotto (strudel alle mele o alle noci) e le fave, piccoli dolcetti di pasta di mandorla al gusto di vaniglia, acqua di rosa e cioccolato, preparati soprattutto per la festa dei morti. Menzione speciale per la torta al cioccolato Rigó Jancsi (Rigojanci), la cui ricetta nasce dalla tormentata storia d’amore tra un violinista zigano e una principessa belga.