Il tartufo in Val di Taro

Nel cuore dell’Appennino parmense, la Val di Taro è il paradiso degli amanti della gastronomia grazie alla generosità con cui “regalano” funghi porcini e tartufi. I funghi porcini della zona, pregiati per la loro consistenza soda e il profumo intenso, vengono raccolti a mano seguendo antiche tradizioni, in boschi avvolti da silenzi tra i quali querceti, castagneti, faggete ed abetine.

Il tartufo, tesoro nascosto tra le radici degli alberi, sprigiona aromi profondi e terrosi, capaci di esaltare i piatti più semplici con la sua eleganza discreta. Grazie alle caratteristiche del suolo e del clima che favoriscono la crescita di questi pregiati funghi ipogei, sono diverse le varietà di tartufo disponibili per gli appassionati.

Tra queste, il tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum), la varietà invernale per eccellenza raccolta tra dicembre e marzo. Ha un aroma intenso e profondo, molto apprezzato in cucina. Tra maggio e agosto si raccoglie invece il tartufo nero estivo o scorzone (Tuber aestivum), con una scorza più ruvida e un sapore più delicato rispetto al nero pregiato. È più adatto a piatti leggeri e freschi. Il tartufo bianchetto o marzuolo (Tuber borchii) viene raccolto tra gennaio e aprile; pur meno pregiato rispetto al tartufo bianco, ha un aroma spiccato e può essere usato in molte preparazioni come uova e pasta, fondute e creme, carni e carapaci e infine risotti.