Leggi con attenzione le etichette e verifica che non contengano troppo zucchero
Gli esperti concordano: la frutta è meglio consumarla intera, a pezzi, frullata o centrifugata in casa. Soltanto così conserva intatte tutte le sue sostanze nutritive, le fibre e le vitamine. Spesso, però, soprattutto d’estate, la frutta viene bevuta sotto forma di succhi, acquistati già pronti e confezionati, venduti presso negozi e supermercati.
Per potersi definire realmente tale, il succo di frutta deve contenere una quantità di frutta del cento per cento. Il “nettare” che spesso di trova in commercio ne deve invece contenere una percentuale che varia dal 25 al 50 per cento. Non bisogna poi confondere i succhi di frutta con le bevande a base di succo, che possono, secondo la normativa, anche contenere un contenuto di frutta soltanto del 12 per cento. Nei succhi di frutta, inoltre, lo zucchero aggiunto non può superare i 100 grammi per litro e invece nel nettare la percentuale può raggiungere un quinto del peso complessivo. Si tratta quindi di bevande di cui è meglio non abusare, perché apportano un carico calorico eccessivo. In ogni caso, è buona norma leggere con attenzione le etichette e verificare anche che al posto dello zucchero succhi e nettari non contengano sciroppo di glucosio, una sostanza che abitua il palato ai sapori estremamente dolci.
Molti dei succhi di frutta reperibili in commercio sono “a base di succo concentrato”. Per non aggiungere zucchero, le aziende produttrici concentrano il succo e ottengono così una bevanda appetibile e molto calorica. Quindi, per scegliere il succo di frutta più salutare occorre prestare attenzione alle calorie. La maggior parte della frutta fresca si colloca sotto alle 40 Kcal per 100 grammi: i succhi più sani non oltrepassano questo valore.
E gli smoothie?
Sono frullati cremosi, venduti in bottigliette. Non contengono zuccheri né acqua aggiunta e una quantità di calorie pari a quella della frutta naturale. Sono prodotti più salutari dei succhi di frutta, ma restano comunque il risultato di processi industriali e non possono sostituire la frutta fresca.