Strategie vincenti per ridurre la plastica

La produzione della plastica cresce in modo esponenziale e il risultato è sotto gli occhi di tutti: il Pianeta è progressivamente soffocato dai rifiuti. Ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli Oceani. Composti di sostanze di vario genere e provenienza, i derivati del petrolio possono impiegare fino a 400 anni per degradarsi.

Il problema è urgente e complesso, ma la buona notizia è che le aziende sono decise di fare la loro parte, riducendo la produzione di plastica monouso e migliorando i sistemi di gestione dei rifiuti e di riciclaggio. Come risulta da un’indagine dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy – che ogni sei mesi analizza più di 100 informazioni presenti sulle confezioni dei prodotti di largo consumo – in Italia l’attenzione al green è sempre più rilevante e anche se la quantità dei pack riciclabili al 100% è al momento solo del 6,2%, nei prossimi anni è previsto un aumento sensibile, che dovrebbe portare la percentuale in doppia cifra. 

Nei banchi della grande distribuzione appaiono continuamente nuovi packaging e confezioni eco comaptibili. Un esempio è la nuova bottiglia del latte fresco da un litro di Granarolo – composta per il 25% da Pet riciclato e dotata di un tappo che si apre con un click e resta ancorato alla bottiglia, per evitare la dispersione nell’ambiente, anticipando Così la direttiva Ue sugli articoli monouso in plastica, che entrerà in vigore dal 2024.

Determinata a evitare l’immissione in atmosfera di 2.500 tonnellate di CO2 in tre anni, la strategia di Granarolo per il packaging è basata sulla riduzione del peso degli imballaggi, sull’uso di plastica riciclabile e riciclata e di materiali alternativi. Un altro esempio virtuoso è l’ultima confezione per il latte Accadì Alta Digeribilità senza lattosio, creata nel 2020 in sinergia con Tetra Pak, e composta per l’87% da materiali ottenuti da fonti rinnovabili, infatti la confezione è realizzata con carta certificata proveniente da foreste gestite in maniera responsabile e con un polimero ottenuto dalla canna da zucchero.

Innovativi anche i vasetti di alcuni tipi di Yomo in carta o Pet al 100% riciclato. Inoltre, per ridurre gli sprechi, Granarolo sta lavorando sull’aumento della data di scadenza dei prodotti, sul recupero degli imballaggi, sulla distribuzione  dei prodotti invenduti a persone in difficoltà.

«L’impegno sul packaging è solo una parte del percorso che abbiamo iniziato da tempo. Il nostro settore – sottolinea il presidente del Gruppo, Gianpiero Calzolari – ha maturato consapevolezza dell’impatto che ha sull’ambiente, e ora ci sono le potenzialità e le conoscenze per limitarne la portata. Le tecnologie 4.0, i robot e la digitalizzazione ci permettono di produrre in modo sostenibile per una questione di responsabilità, di sensibilità del consumatore e di rispetto delle normative». Con questi precisi obiettivi l’azienda impiega in ricerca e sviluppo il 3-4% del suo fatturato, che vale circa 1,3 miliardi.