Salti di gioia alla Cascata delle Marmore

Nascosta tra i boschi della Valnerina nell’angolo più selvaggio e montuoso di tutta l’Umbria. Dove i piccoli borghi medievali si fanno spazio tra i fitti boschi, le colline e i Monti Sibillini. La Cascata delle Marmore, la più alta d’Europa, regala uno spettacolo naturale di rara potenza che, per consentire la produzione di energia elettrica, va in scena a orari prestabiliti: nei weekend è attiva dalle 10 alle 13; dalle 15 alle 18 e dalle 21 alle 22.
Stretta e tortuosa la valle è solcata dal fiume Nera, che unendosi al fiume Velino dà corpo ai tre salti della fragorosa Cascata, opera dell’ingegno umano. L’economia della valle infatti gira da millenni attorno all’acqua e agli interventi umani per dominarla. Gli antichi Romani per primi canalizzarono le acque del fiume rovesciandole nella vallata, le stesse acque che oggi vengono sfruttate per produrre energia elettrica. Per questo, la cascata vera e propria è in funzione soltanto ad orari prestabiliti e nel resto del tempo si riduce a un torrente.

LUNGO I SENTIERI DEL PARCO DEL NERA 
Tutt’intorno un muro verde di felci e lecci in cui si aprono sei sentieri fitta rete di sentieri da percorrere a piedi oppure in mountain bike. 
Il primo percorso conduce al Balcone degli Innamorati, terrazzino incastonato nella roccia, a pochi centimetri dalla cascata, che offre una visuale unica su quella che è stata definita la “Cattedrale d’acqua”. Dal parcheggio in prossimità della Cascata ci si può mettere in cammino lungo la Greenway del Nera, percorso pedonale e ciclabile lungo circa 180 chilometri (non è obbligatorio percorrerli tutti), che per molti tratti segue le acque limpidissime del fiume. Non c’è altro da fare se non aprire gli occhi e iniziare a camminare. Pochi chilometri di salita conducono a Casteldilago, paese abbracciato alla collina sulla cui cima svetta la chiesa romanica di San Valentino. Camminando ci si immerge nella pace della campagna che prima appare dolce e poi, strada facendo, si fa sempre più aspra e impervia. Lungo la strada sfilano rocche, monasteri, torri di guardia e borghi fortificati. 

Altri 10 chilometri e dalla sommità di un pendio appaiono le mura del Castello di Scheggino. Borgo medievale in pietra con le case alte e strette collegate le une alle altre da passaggi a volta. Il paese è lambito dal fiume Nera che forma le fonti di Valcasana, dove la fitta vegetazione e le acque sorgive dipingono uno scenario da favola, in cui immergersi in totale serenità. 
Prima di ripartire torna a Scheggino per fare scorta delle specialità locali, come il pecorino, gli insaccati di maiale e naturalmente il tartufo nero e visitare il Museo del Tartufo della famiglia Urbani, che racconta la storia del prodotto d’eccellenza della Valnerina.