Il termine shelf life significa letteralmente “vita di scaffale”, quindi la vita di un prodotto prima dell’acquisto. Si applica agli alimenti, alle bevande, ai cosmetici, ai farmaci ecc.
Nell’ambito della sicurezza alimentare viene utilizzato per indicare la vita commerciale del prodotto, ovvero il periodo di tempo che intercorre fra la produzione e il consumo dell’alimento senza che ci siano rischi per la salute del consumatore.
In questo periodo avvengono inevitabilmente delle modifiche alle caratteristiche organolettiche dell’alimento ma tutto ciò non deve compromettere la sicurezza igenico-sanitaria.
Il produttore ha la responsabilità di definire la durata della shelf-life, anche con prove di laboratorio, per individuare dopo quanto tempo il prodotto non può essere commercializzato.
La shelf-life è strettamente correlata alla durabilità di un alimento che può essere espressa come “da consumarsi entro” oppure “da consumarsi preferibilmente entro”.
Quando la shelf-life è preceduta dalla frase “da consumarsi entro” si tratta per legge di una scadenza tassativa oltre la quale il prodotto non è più sicuro e non mantiene più le sue proprietà distintive. Quando invece la shelf-life è preceduta dalla frase “da consumarsi preferibilmente entro” si tratta di una scadenza meno restrittiva, un’indicazione di massima sul termine minimo di conservazione del prodotto alimentare.
L’obiettivo della shelf-life degli alimenti è aiutare gli acquirenti a fare un utilizzo sicuro e informato dei prodotti. I consumatori dovrebbero sempre seguire le istruzioni di conservazione indicate sulle confezioni, in particolare la temperatura e l’uso del prodotto dopo l’apertura.