Pasta e basta!

UNA TRADIZIONE TUTTA ITALIANA

Solo semola di grano duro e acqua: ecco gli unici due ingredienti consentiti in Italia per la produzione della pasta (la legge in materia risale al 1967). Non accade così in altre parti del mondo, dove è invece ammesso anche il grano tenero. Questo tipo di pasta è presente anche sui nostri scaffali, ma in etichetta deve essere ben indicato. La differenza è evidente sin dal colore: la pasta di semola di grano duro è di un giallo ambrato e omogeneo. Inoltre, grazie al suo glutine particolarmente forte, mantiene molto bene la cottura, senza mai scuocere. Anche l’acqua utilizzata per l’impasto svolge un ruolo fondamentale nel garantire la qualità del prodotto finale. A incidere sono la purezza e la sua temperatura, che va regolata con abilità tenendo conto anche di quella esterna.

INTEGRALE, DI FARRO, DI GRANO ANTICO

La pasta integrale è una buona soluzione per aumentare il proprio apporto di fibre: ne contiene circa 7 g ogni 100, contro i 3 g della pasta classica. Anche la pasta di farro è una valida fonte di fibre, inoltre
è ricca di proteine e di vitamine de gruppo B. Un discorso a sé merita la pasta di Gragnano, Igp dal 2013. Ha origini antiche e la sua bontà dipende da una favorevole combinazione di fattori, come il clima e la qualità del grano e dell’acqua disponibili in quest’area della provincia di Napoli. Negli ultimi anni sono poi tornate in auge alcune varietà di grano usate in passato, come il Senatore Cappelli, il Grano Miracolo, il Saragolla. Quest’ultimo contiene poco glutine e risulta particolarmente digeribile. Infine, per un pranzo davvero speciale, c’è la tradizionale pasta all’uovo, da acquistare preferibilmente fresca o, ancora meglio, da preparare in casa.