Palermo tra sacro e profano

Per un week end a Palermo meglio concentrarsi su quanto di più affascinante, particolare e unico offre la città: la sua storia complessa e la sua strabiliante tradizione gastronomica. Quindi visitiamo assieme gli edifici in stile
arabo-normano che si trovano soltanto in Sicilia, soprattutto a Palermo. Chiese e palazzi millenari che testimoniano la fusione tra due culture molto diverse tra loro che si scontrarono in città dopo l’anno 1000, quando i Normanni invasero la Sicilia scacciando gli Arabi e distruggendo o modificando tutto quello che avevano costruito.

Prima tappa alla maestosa Cattedrale, il simbolo della città che nello stratificarsi delle costruzioni, degli spazi e delle cupole racconta la travagliata storia dell’isola. Costruita nel IV secolo, venne poi distrutta dai Vandali, quindi ricostruita e poi trasformata in moschea dai Saraceni e infine restituita al culto cristiano dai Normanni attorno all’anno mille. Altro luogo iconico è la Chiesa di San Cataldo nella centrale piazza Bellini (foto), realizzata da maestranze islamiche secondo criteri romanico-occidentali, si avvista facilmente anche da lontano  grazie alle sue tre cupole rosa. All’interno troviamo imponenti arcate e pareti nude, prive di decorazioni ma illuminate da un suggestivo gioco di luci. Proprio accanto, sempre affacciata su piazza Bernini, si trova la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, detta la Martorana. Anch’essa frutto della sovrapposizione stilistica di varie epoche. Oltre la sua facciata seicentesca, esplodono in tutta lo loro ricchezza le decorazioni bizantine: marmi, colonne e capitelli.

Passeggiando nel centro è facile venire distratti dagli aromi del cibo preparato a ogni angolo. Sono odori delicati, talvolta pungenti, sempre invitanti. Perché Palermo è una città che sa stuzzicare il palato. Per il pranzo ci fermiamo al mercato della Vucciria in piazza Caracciolo per assaggiare la vastedda ca meusa, un panino rotondo cosparso di semi di sesamo e riempito di milza di vitello bollita e poi fritta: specialità tipica del capoluogo palermitano. In realtà la scelta è assi vasta negli ultimi anni infatti la Vucciria si è trasformata in un ristorante dove mangiare all’aperto con un grande assortimento di street food, come le crocchette, le raschiature, le stigghiole, il polpo bollito e gli involtini di pesce spada pietanze cucinate in modo tradizionale, da sbocconcellare passeggiando oppure seduti a uno dei tavolini della piazza. In tutta la città, friggitorie, locali e chioschi offrono “Pane e panelle e crocchè”. Tre tipi di pane differente (mafalda, focaccia e scaletta) farciti con frittelle sottili di farina di ceci e polpette di patate. Da provare anche lo sfincione: impasto lievitato, condito con sarde salate, formaggio, cipolla oppure pomodoro. 

Impossibile partire senza aver visitato le incredibili pasticcerie, veri luoghi di perdizione dove, oltre alla tipica colazione siciliana a base di granita e brioche, si assaggia il cannolo, simbolo della tradizione dolciaria siciliana.  Una delizia composta da una cialda fritta che racchiude un morbido cuore di crema di ricotta decorata con canditi, pistacchi e gocce di cioccolato. Se davvero amate i vostri amici non dimenticate di portare loro un vassoio di cannoli, acquistateli solo all’ultimo momento e avvisate il pasticciere che dovranno viaggiare. Preparerà per voi quelli da “esportazione”: con la cialda ricoperta da uno strato sottile di cioccolato croccante che la isola dalla crema e le impedisci di diventare molle e spugnosa.