Matera, i Sassi e il pane Igp

Con i suoi Sassi, dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, Matera è l’anima di un territorio che incanta con il suo ritmo di vita lento, un silenzio fiabesco e l’incomparabile bellezza di un paesaggio fuori dal tempo. Non stupisce che sia stato scelto come set cinematografico naturale da numerosi registi: da Pier Paolo Pasolini a Roberto Rossellini, da Gabriele Salvatores a Mel Gibson.

Una storia unica al mondo
È un incredibile viaggio lungo la storia quello che si può compiere girando tra i rioni e le contrade dai nomi pittoreschi, tra le case grotte e le chiese rupestri. Sono soprattutto i due rioni dei Sassi (il Caveoso e il Barisano) a catturare l’attenzione: ristrutturati e rinobilitati dopo anni di decadenza, oggi questi rioni sono una meta imperdibile, che incanta ancor di più al calar della sera, quando si accendono le tante piccole luci delle botteghe artigiane e dei ristorantini tipici.

Gli edifici artistici
Sono innumerevoli gli edifici di grande valore storico-artistico che imprezio-siscono il centro storico: dall’imponente Palazzo dell’Annunziata in piazza Vittorio Veneto, ex convento e attuale sede della Biblioteca Provinciale, al bel Palazzo Lanfranchi in piazzetta Pascoli, sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata.

Il pane IGP
Espressione autentica della civiltà contadina lucana, il pane di Matera Igp, cotto nel forno a legna,è il frutto della perfetta combinazione di fattori ambientali e culturali. È ottenuto utilizzando semola rimacinata e/o semolato di grano duro, di cui almeno il 20% proveniente da ecotipi locali e antiche varietà, a cui si aggiungono lievito madre, sale e acqua. Si trova nella forma a Cornetto e a Forma Alta, con crosta croccante e mollica di colore giallo.

La collezione di timbri
Il Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola, considerato il museo più antico della regione, custodisce, tra le altre cose, un’interessante collezione di timbri con i quali, fino alla fine degli anni ‘50, le famiglie materane imprimevano il proprio marchio sul pane da infornare per riconoscerlo dopo la cottura.