Nel cuore del Friuli Venezia Giulia, nel cosiddetto “Anfiteatro Morenico”, sulle prime alture delle Prealpi (252 m sul livello del mare) sorge il piccolo comune di San Daniele. La cittadina è la capitale del prosciutto (persùt in dialetto), un alimento che affonda le sue radici nella storia. Furono i Celti a iniziare a impiegare il sale per conservare le carni del maiale; poi fu la volta dei Romani che colonizzarono il Friuli Venezia-Giulia fin dal II secolo a.C. e, dopo essere approdato sulle tavole dei Patriarchi d’Aquileia e dei Dogi della Serenissima Repubblica, oggi il prosciutto San Daniele è un’eccellenza nazionale e internazionale.
San Daniele è un luogo strategico per la produzione di questo salume dal gusto unico, merito dei venti freddi che soffiano dalle Alpi Carniche e proprio qui incrociano le dolci correnti che salgono dall’Adriatico, generando una particolare alternanza di secco e umido e una dolce ventilazione. Ecco perché l’autentico prosciutto San Daniele è quello stagionato esclusivamente all’interno di questo territorio. Oltre a questi elementi, fondamentali sono la qualità delle materie prime come la carne suina e il sale marino, gli unici due ingredienti del San Daniele. Fin dal 1970, la qualità del prosciutto di San Daniele è stata riconosciuta dallo Stato Italiano che ha reso obbligatorie le tradizionali regole produttive a protezione del marchio, della bontà e della tipicità del prodotto. Risale invece al 1996 il riconoscimento come prodotto a Denominazione di Origine Protetta da parte dell’Unione Europea.
Ma le virtù di questa zona del Friuli non si limitano al suo salume. Oltre ai tour di degustazione tra le numerose salumerie e ristoranti che costellano la cittadina, non può mancare una passeggiata nel centro storico di San Daniele, perfettamente conservato e ricco di testimonianze del passato.
Spostandosi a Nord, verso gli imponenti monti della Carnia, lasciando scorrere il Tagliamento, si raggiungono altri luoghi da non perdere: Osoppo e Gemona del Friuli, due meravigliose perle assolutamente da visitare. Distrutte dal terremoto del 1972 ma poi ricostruite, ospitano centri storici ricchi di storia e arte. A Osoppo è imperdibile la Fortezza, posta in cima al colle, da sempre punto cardine della difesa della città. A Gemona invece, sopravvissuta al sisma, spicca il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta con la sua torre campanaria. L’edificio, del XIV secolo, è caratterizzato da una facciata tripartita con rosoni e dalle caratteristiche statue, tra cui quella raffigurante San Cristoforo, alta 7 metri.
L’itinerario prosegue verso Nord attraversando Carnia, seguendo il corso del Tagliamento. Si giunge quindi a Sella Nevea, località sciistica nel cuore della Val Raccolana, quasi al confine con la Slovenia. Sella Nevea è la porta d’accesso all’Altopiano di Montasio, patria di un altro prodotto Dop della gastronomia friulana: il formaggio Montasio, un latticino a pasta dura protagonista nella preparazione del frico, uno dei piatti più tipici di questa zona bella da vedere e “buona” da gustare.