La prima piattaforma tecnologica applicata ai vigneti messa a punto in Italia si deve a Cavit, un consorzio che riunisce undici cantine sociali del Trentino, collegate ad oltre 5.250 viticoltori, e che copre con i suoi vigneti una superficie pari a oltre il 60% dell’area vitata della provincia.
Si chiama PICA, acronimo di Piattaforma Integrata Cartografica Agriviticola, e ha come obiettivo l’implementazione di una viticoltura di precisione, intelligente ed eco-sostenibile.
Il progetto è stato avviato da Cavit nel 2010 per rispondere all’esigenza di una gestione completa del processo di produzione vitivinicola, dalla coltivazione delle uve alle ultime fasi della vinificazione.
La piattaforma informatica di PICA mette “in rete” i vigneti degli oltre 5.250 viticoltori delle undici cantine sociali di Cavit: “raccoglie” informazioni e “restituisce” indicazioni utili ai soci.
Le informazioni provenienti dai software di gestione delle diverse cantine vengono integrati con quelli delle banche dati di interesse agrario (Carta dei Suoli del Trentino e Atlante meteo-climatico), consentendo agli agronomi la gestione cartografica avanzata dei dati vitivinicoli.
In questo modo è facile sapere tutto di ogni vigneto, a partire dalla scelta del vitigno più adatto a ogni terreno e a ogni clima, e di conseguenza gestire il lavoro senza sprechi di risorse.
Ad esempio, incrociando le caratteristiche del terreno con le previsioni meteorologiche si può programmare al meglio l’irrigazione dei vigneti, calcolando i reali fabbisogni della pianta, senza sprechi d’acqua.
L’obiettivo finale è quello di conseguire un metodo orientato alla viticoltura di precisione ecosostenibile. Grazie al progetto Pica, Cavit ha ottenuto il Premio Innovazione SMAU.