La costa del Gargano tra borghi, foreste e grotte

Vico del Gargano è uno dei Borghi più belli d’Italia merito delle sue antiche dimore nobiliari e della posizione: il paese, infatti, è come sospeso tra il mare Adriatico e la Foresta umbra. Nel XII secolo fu conquistato da Federico II che ne fece un territorio di caccia. Il caratteristico centro storico non è cambiato troppo da allora: resta immutato l’impianto urbano costruito attorno a un dedalo di viuzze, come il “vicolo del bacio”: una stradina larga appena 50 centimetri, dove i passanti sono costretti a sfiorarsi. Il vico costituisce uno degli angoli più romantici del borgo, che non per caso ha San Valentino come protettore. Vale la pena di spingersi fino alla frazione San Menaio per passeggiare nella splendida pineta, un bosco di pini d’Aleppo dove cui spicca per anzianità lo Zappino dello Scorzone, spettacolare albero vecchio di almeno sette secoli. 

FORESTA MILLENARIA

Percorrendo soltanto 15 chilometri si raggiunge il cuore della Foresta Umbra: con i suoi 400 ettari, coperti da faggi, lecci, cerri, frassini e querce, è una delle aree verdi più estese d’Italia e d’Europa. Nell’immensa cattedrale vegetale, dove i raggi del sole penetrano a fatica, si passeggia in silenzio per non disturbare caprioli, volpi, ricci, scoiattoli e persino mufloni che animano il sottobosco. Alzando lo sguardo verso il cielo si possono avvistare alcuni rapaci, come il gufo reale e il falco pellegrino. Ogni stagione tinge la foresta millenaria dei suoi colori: in primavera ed estate fioriscono viole, ciclamini, anemoni e una vasta gamma di orchidee; l’autunno porta con sé funghi di ogni genere e d’inverno il bosco si veste di felci, biancospini e pungitopo. 

UNA NOTTE SUL MARE 

Abbarbicato a una roccia protesa verso mare Adriatico, il borgo marinaro di Peschici (nella foto) rivela al primo sguardo la sua origine moresca, testimoniata dalle abitazioni scavate nella roccia e dalle candide case dal tetto a cupola. Percorrendo gli stretti vicoli scavati nella rupe o salendo per le tortuose scale del centro storico, si incontrano botteghe dove fare scorta dei prodotti della regione, come il pregiato olio d’oliva, arance, lampascioni, capperi e cime di rapa. Salendo fino al Castello, nelle prime ore del mattino, si rischia di restare storditi dal profumo del pino marittimo, che si mescola all’aria salmastra e all’aroma del rosmarino e del cappero. Inebriati dagli aromi, è ancor più piacevole ammirare il panorama della costa, segnata da profonde grotte di mare: complesse architetture scavate dall’acqua e dal vento. All’interno della Baia di Peschici si snoda una spiaggia di sabbia bianca: lunga più di un chilometro è incorniciata da grandi scogli dalle forme bizzarre. Oltre le spiagge e fino a Vieste la costa si fa rocciosa, alta sul mare. Il tratto di litorale, sino al faro di Sant’Eufemia, è meta di numerosi surfisti, richiamati dal vento forte. Percorrendo il tratto costiero che da Peschici conduce a Vieste, s’incontrano le antiche torri di avvistamento e i trabucchi. Ingegnose macchine per la pesca tradizionale, tutt’ora in uso, caratterizzate da lunghi pali conficcati nelle rocce che sorreggono una grande rete calata in mare, detta trabocchetto. Negli ultimi anni molti sono stati trasformati in ristoranti, da frequentare per cenare con il pescato del giorno oppure al tramonto per un aperitivo “pieds dans l’eau”.