Il Katsuobushi, che gli appassionati di cucina giapponese probabilmente conoscono, è una specialità formata da scaglie sottilissime dal riflesso rossastro, di una particolare varietà di tonno, il cui nome in giapponese è “katsuo”.
Ricche di gusto e appetitose, usate per insaporire soprattutto il brodo oltre a svariati piatti, queste scaglie si ricavano da una complessa lavorazione delle carni del tonno palamita, che prevede tra l’altro affumicatura ed essiccatura.
Il processo di lavorazione può durare anche un anno.
Essendo un alimento disidratato, il katsuobushi è molto nutriente e relativamente calorico. Ovviamente bisogna considerare che in cucina lo si usa in piccole quantità, appunto come insaporitore naturale.
Contiene i cosiddetti grassi “buoni” (gli Omega-3), ed è una buona fonte di minerali come il fosforo, il potassio ed il ferro. Il katsuobushi contiene anche una discreta quantità di vitamina D.
Il sapore del katsuobushi è piuttosto intenso, tipico degli alimenti disidratati. E tale è anche il suo odore, che ricorda un po’ quello dello stoccafisso e del baccalà.
Il katsuobushi è inoltre molto rinomato in Giappone come alimento naturalmente ricco di umami: questa parola non ha un esatto corrispettivo in italiano, ma si è soliti usare il termine “saporito”.