Nell’alta Val Taro si snoda la strada del Fungo Porcino. Partiamo da Berceto dove visitiamo il Parco Regionale dei Cento Laghi: percorrendo i sentieri fra valli e boschi è possibile ammirare i resti del castello che domina il borgo di Roccaprebalza e il borgo medievale di Corchia.
Andando verso la Valle del Taro si arriva invece a Borgotaro, centro di eccellenza del Fungo Porcino. Frutti spontanei dei boschi dell’Appennino protagonisti di gustosi itinerari gastronomici, i funghi sono anche il pretesto per visitare una zona ricca di scorci affascinanti. Per i cercatori dei funghi, il territorio di Albareto è un vero paradiso, costituito da castagneti e faggeti con scenari sul Montegroppo. Da questa località partono percorsi verso le pendici del Monte Zuccone e le praterie del Passo Cento Croci, punti panoramici dove soffermarsi per apprezzare le spettacolari vedute della Val di Taro.
La frazione di Santa Maria del Taro merita una deviazione per via del suo antico ponte medievale, mentre Bedonia ospita il Seminario Vescovile, il Museo di Storia Naturale e il Planetario. La Strada del Fungo Porcino termina a Compiano, un paese medioevale caratterizzato dalla presenza di un maestoso castello e stretto da una affascinante cinta muraria, lungo le cui strette strade si affacciano palazzi nobiliari e case torri.
La Val di Taro prende il nome dall’omonimo fiume che nasce dal monte Penna e confluisce nel Po. Quando inizia la stagione propizia, la valle si popola da appassionati locali che, alle prime luci dell’alba, si incamminano nei boschi alla ricerca dei preziosi porcini. Un tempo, i parmensi disponevano di una parte di questo territorio per mandare le bestie al pascolo e procurarsi castagne, funghi, legname e tartufo nero. Sia la val di Taro sia la Val Ceno, infatti, sono terreni perfetti anche per la crescita del tartufo nero.
Il porcino che nasce nell’alta Val di Taro, è una perla del sottobosco, con qualità e caratteristiche rigidamente definite da un disciplinare. È infatti necessario che cresca in un determinato luogo con specifiche condizioni atmosferiche, ed è molto importante che sia circondato da querceti, castagneti, faggete ed abetine. Il fungo porcino di Borgotaro si trova nei boschi appenninici compresi tra i comuni di Albareto, Pontremoli e Val di Taro, ovvero in provincia di Parma. La denominazione “Fungo Porcino di Borgotaro” racchiude quattro specie del genere boletus che nascono e crescono naturalmente nei boschi cedui e ad alto fusto in un territorio di 33 mila ettari delimitato geograficamente. Nell’insieme, sono considerati prodotti superiori per qualità organolettiche, olfattive e aromatiche rispetto a tutti gli altri funghi dello stesso tipo, italiani ed esteri. Unico il loro aroma, privo di inflessioni di fieno, legno o liquirizia, e il loro sapore dolce e delicato. I boschi di questa zona dell’Appennino sono composti principalmente di querceti e castagneti nelle quote più basse e da faggi e abeti nella fascia più elevata, tutte caratteristiche che li rendono un habitat perfetto per la crescita delle spore. Una garanzia da sperimentare nei boschi, ma soprattutto a tavola stimolando gusti e sapori.