In Costiera amalfitana tra limoni e borghi sospesi sul mare

A strapiombo sul Golfo di Salerno, la Costiera Amalfitana si snoda con fare sinuoso e romantico tra Vietri sul Mare e Positano regalando ispirazioni e visioni in continua metamorfosi. Suggestivi paesi arroccati sulla montagna, brevi terrazzamenti e profondi valloni che abbracciano spiagge minuscole, torri saracene costruite nel XVI sec. dai vicerè spagnoli in funzione antiturca, alberi di limone aggrappati su pendii scoscesi, case cubiche imbiancate a calce e coperte da una volta a vela: la “lamia”, terra fertile e clima mite.

Tutto questo e molto altro è la Costiera Amalfitana. E l’uomo lo sa. Le soluzioni architettoniche scelte per valorizzare questo luogo sono asservite alla sua bellezza e magia. In Costiera ci si arrampica o ci si cala, e locali e viaggiatori si adattano a pendenze e dislivelli. Così accade a Postano, antico borgo marinaro e oggi tra le località balneari più eleganti d’Italia. Variopinto assembramento di case arroccate come a sorreggersi a vicenda, Positano risucchia il turista e lo ammalia per la vita, dando torto allo scrittore John Steinbeck sicuro che la Costiera non sarebbe mai stata invasa dal turismo.

E invece non solo Positano, ma ancora di più Amalfi richiama da ogni parte del mondo visitatori che, incuranti del caldo che s’inerpicano verso i terrazzamenti dei limoneti, che sovrastano la piazza principale, attratti dal dolcissimo e pungente profumo dello sfusato amalfitano, frutto ricco di oli essenziali che cresce soltanto qui. Già repubblica marinara e punta di diamante della costa, dove storia e leggenda si uniscono e confondono nella sepoltura della splendida Amalfi, donna amata da Ercole alla quale l’eroe dedicò la città. Ingombranti riferimenti letterari e mondani permeano anche la mitica Ravello, da Greta Garbo fuggita da Hollywood per rifugiarsi nel nido di Villa Cimbrone a  Wagner che insieme a Cosima in groppa a un mulo salì da Amalfi ai giardini pensili della rupe calcarea di Ravello.

Ma ai viaggiatori non importa seguire orme, perché quando visitano la Grotta dello Smeraldo o tolgono il velo ai centri più piccoli – Agerola, Praiano, Atrani, Minori e Maiori – camminano loro stessi lungo i “sentieri degli dei”. Protagonisti assoluti di una terra benedetta dal sole.

Impossibile viaggiare in Costiera senza rispondere al richiamo di Capri bagnata dalle stesse splendide acque. Terra di marinai, imperatori e sognatori, è una località mondana e capricciosa, genuina e commovente. Un’isola ricca di arte, e soprattutto, pietra miliare dei giochi della natura. Nelle ripide e scoscese pareti dolomitiche, nella Grotta Azzurra per la quale echeggia in tutto il mondo, e nelle cuspidi degli ipnotizzanti Faraglioni, l’isola di Capri rivela la propria natura calcarea.

I vasti altipiani dell’interno, coperti dalla macchia sempreverde, e colorati da agrumeti e bouganville, valorizzano il cuore di questo gioiello del Mediterraneo e aprono i battenti agli amanti dell’estasi. Le ville dell’isola di Capri, dimore di imperatori, studiosi, letterati e sovrani, testimoniano che la celebrazione della sua bellezza risale ai tempi dell’Impero Romano quando l’Imperatore Cesare Augusto, nel 29 a.C., e l’Imperatore Tiberio, nel 26 a.C., dettero ordine di costruire ville fastose e sontuose. Oltre a questi edifici, anche gli stretti vicoli segnati da arcate, porticati e loggiati accolgono fiumi di turisti accomunati dall’affascinante rituale di raccogliersi in piazza Umberto I, meglio nota con la “piazzetta”, elegante e intramontabile salotto di Capri.