I consumatori, soprattutto in Europa, sono sempre più attenti ai prodotti ecosostenibili, sia per quanto riguarda gli alimenti, sia per il packaging. Per questo molte imprese stanno lavorando con tecnologie all’avanguardia per sviluppare packaging che non siano solo riciclabili o riutilizzabili, ma anche compostabili e, addirittura, commestibili.
Tra queste c’è un’azienda inglese che ha prodotto, in collaborazione con l’Università di Cambridge, un packaging commestibile a base di proteine di piselli. È stato realizzato essiccando un materiale proteico di piselli in fogli che hanno gli stessi vantaggi della plastica, essendo in grado di preservare il sapore e la durata di conservazione del cibo, ma senza sprechi di imballaggio.
In Italia una start up emiliana ha dato nuova vita agli scarti di pomodori e arance, trasformandoli in nuove materie prime per l’industria alimentare. Il progetto, che ha ottenuto il supporto finanziario del Ministero delle Politiche agricole, scompone questi sottoprodotti, estraendone fibre, vitamine e antiossidanti. L’obiettivo è quello di usarli per produrre rivestimenti per la frutta e la verdura fresca. L’imballaggio sarà quindi commestibile, biodegradabile e facile da lavare. Sarà inoltre in grado di allungare la shelf-life del prodotto, cioè rallentarne il processo di maturazione e tenere alla larga i batteri, evitando altri sprechi.
Un altro studio inglese riguarda un’alternativa alla plastica prodotta con le alghe. Non è solo biodegradabile, è anche commestibile. Se buttata via, occorrono solo poche settimane per decomporsi. E poi ci sono anche le cannucce che durano 24 ore e si decompongono completamente in una settimana. Si possono mangiare o smaltire al 100% senza inquinare.