Il fascino antico della Tuscia

Un breve itinerario nella Tuscia non può non partire da una visita al Sacro Bosco di Bomarzo, distante una ventina di minuti da Viterbo. Chiamato popolarmente Parco dei Mostri, questo luogo è davvero qualcosa di unico.

Il visitatore viene catapultato in un’altra dimensione, trovandosi di fronte a figure mostruose nascoste nel verde. Si tratta di un giardino rinascimentale fatto costruire nel pieno Cinquecento da Vicino Orsini sfruttando le rocce vulcaniche che affiorano dal terreno scosceso; dopo secoli di oblio viene riscoperto e visitato agli inizi del Novecento da importanti personaggi come Salvator Dalì. Solo recentemente si è capito perché Orsini abbia fatto realizzare quelle sculture così strane: il Bosco Sacro è il luogo ideale dove compiere, attraverso un percorso dal basso verso l’alto di dantesca memoria, una sorta di purificazione dell’anima. 

Nella zona nord la zona nord della provincia di Viterbo si arriva a Bolsena, un borgo medievale perfettamente conservato affacciato sul lago vulcanico più grande d’Europa. Qui si può raggiungere la Rocca Monaldeschi, dove è allestito un museo archeologico-naturalistico e dalle cui torri si gode di una vista mozzafiato, oppure continuare verso il lungo lago per terminare con la navigazione in battello circumnavigando le isole Martana e Bisentina.

Tra le località più interessanti c’è anche Civita di Bagnoregio una meraviglia naturale e paesaggistica. Civita, la “Città che muore”, chiamata così a causa dei lenti e inesorabili fenomeni di erosione delle sue pareti, è situata sulla vetta di un’altura di tufo e raggiungibile solo da un lungo e stretto ponte percorribile unicamente a piedi e racchiude alcune case medievali. 

Piatto simbolo di Viterbo, che nella sua preparazione locale si differenzia per qualche ingrediente dalla versione “maremmana”, è l’acquacotta, una ricetta della tradizione povera e contadina locale, una zuppa con cicoria, patate, pane ed erbe locali come la nepitella, la borragine, la mentuccia. Tipico anche il tradizionale Fieno di Canepina, una tipologia di pasta (che risale al Medioevo) simile alle fettuccine, ma molto più sottile. L’abbinamento più comune è quello con il ragù e pecorino locale.