Il Cammino delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ideato e progettato dallo scrittore Giovanni Carraro, si sviluppa nell’area della Core Zone del Sito UNESCO de “Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”.
Un viaggio che si estende sul filo di cresta delle colline (dette dai geologi hogback) in 4 tappe: da Vidor a Vittorio Veneto, passando attraverso Colbertaldo, le alture meridionali di Valdobbiadene, Col San Martino, le Vedette di Farra di Soligo, Premaor di Miane, i Tre Ponti di Follina, l’area di Cison con Zuel di Qua e di Là, Arfanta, Tarzo, Nogarolo, Serravalle, unendo così porzioni di ben 39 itinerari. Quattro giorni staccando la spina e ammirando paesaggi di grande bellezza.
Nei 51 chilometri del cammino, passeggerai tra le infinite bellezze dell’area prealpina trevigiana: dai ripidi pendii, alle dolci passeggiate tra i campi, dalle vallate ricche di acqua alle affilate creste delle dorsali. Inoltre, attraverserai secoli di storia – Grande Guerra compresa – in un territorio ricchissimo di borghi, castelli, chiese, trincee, postazioni militari e tanta tradizione popolare ed enogastronomica.
In questa regione ricca e rigogliosa, si possono degustare diverse varietà di vini con il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG come protagonista assoluto. Questo famoso vino spumante Metodo Martinotti (in alcuni casi anche Metodo Classico) è prodotto da uve di Glera (minimo 85%) più altri vitigni complementari non aromatici. I vini Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG e Asolo Prosecco DOCG sono prodotti esclusivamente nelle colline della provincia di Treviso e sono considerati il fiore all’occhiello di questa tipologia di vino. Il Prosecco DOC, invece, è un’area di produzione molto più vasta compresa tra le regioni italiane del Friuli Venezia Giulia e il Veneto, da cui nascono vini dai prezzi più contenuti rispetto alla fascia più alta dei vini DOCG, che vengono nella maggior parte dei casi vendemmiati a mano su vigneti impervi con profumi e sapori pieni.
Passando alla gastronomia locale, tra i piatti della tradizione molto apprezzata è la ricetta del radicchio e fagioli (radici e fasioi in dialetto), oggi protetta da La Congrega dei Radici e Fasioi, l’associazione enogastronomica-culturale del territorio veneto. Dal punto di vista nutrizionale la ricetta è completa perché ha le fibre del radicchio, le proteine del fagiolo e le calorie date dal lardo del maiale, anche se spesso si preferisce usare la pancetta. Molto gettonato è anche lo spiedo che, nella zona delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, viene cotto alla fiamma viva. Per regolare la temperatura si avvicina la mano tra le carni e il fuoco: se il calore è troppo forte si abbassa il fuoco, se è troppo debole lo si aumenta. Le carni utilizzate oggi nello spiedo sono costicine di maiale, stracul, pollo e coniglio e vengono infilzate sullo schidione, alternando ogni pezzo con una foglia di salvia e una lardella. La legna migliore per questa cottura è quella di faggio, carpino o nocciolo; in passato si usava anche la vite. La cottura dura dalle cinque alle sei ore. A fine cottura, le ossa delle costicine e del pollo si staccano facilmente dalle carni e quando anche le lardelle smettono di gocciolare, lo spiedo è pronto per essere servito. Prima di gustare le carni arrosto non si servono antipasti: è permessa soltanto una minestrina con duroni, fegatini e altre frattaglie, chiamata anche “minestra con le cicche”. Solo dopo aver consumato lo spiedo si possono mangiare le verdure, come radicchio e insalate, condite con aceto.
Insomma, attraversare questo territorio e degustare le sue eccellenze è una ricca esperienza di gioia e felicità. Da non perdere.