La zona della Serra Morenica di Ivrea fu insediata stabilmente da tutte le principali civiltà preistoriche e comprende oggi beni di notevole interesse naturalistico e storico. Un itinerario che vale assolutamente la pena di fare è il giro dei Cinque laghi di Ivrea, uno diverso dall’altro: Lago Sirio, Lago San Michele, Lago Pistono, Lago di Cascinette e Lago Nero, tutti di origine glaciale.
La Serra è attraversata da diversi sentieri che collegano tutti e cinque i laghi. Durante l’anno diventano protagonisti anche di manifestazioni sportive come la Corsa dei cinque laghi.
Lago Sirio è il più grande: si possono noleggiare canoe e barche a remi o fare bellissime passeggiate sulle colline che lo circondano. Da qui si accede alle “Terre Ballerine”, dove un tempo si trovava il Lago Coniglio. Si tratta di una zona particolare, dove il bosco cresce al di sopra dell’acqua, come se galleggiasse. Vengono chiamate “Terre Ballerine” appunto perché le zolle sono mobili e si può “saltellare” da un punto all’altro.
Da qui si può proseguire per il Lago Nero, che prende il nome dal colore scuro delle sue acque.
Il più piccolo è il Lago di San Michele: a ridosso delle sue rive si trova il Parco della Polveriera, zona caratterizzata da un’elevata biodiversità che offre interessanti spunti per osservazioni naturalistiche e geologiche.
Dal successivo Lago Pistono è possibile ammirare il medievale Castello di Montalto Dora con le sue torri merlate e accedere facilmente al Parco Archeologico. Inoltre, intorno al lago si snoda un sentiero denominato “Anello del Lago”, che permette di compiere escursioni sia a piedi che in bicicletta. L’ultimo è il Lago di Cascinetto o di Campagna, un piccolo specchio d’acqua di origine morenica, con vista sul Castello di San Giuseppe un ex convento trasformato da Napoleone in un punto militare. Alla fine dell’800 ospitò anche famosi personaggi dell’epoca, quali Eleonora Duse e Arrigo Boito.
La zona fa parte del canavese, il nord-ovest del Piemonte. Se volete assaggiare la cucina tradizionale, i piatti fondamentali sono due: la bagna caoda, a cui si accompagnano verdure crude o cotte, e la tofeja (ossia i fagioli con le cotiche e il piedino di maiale cotti nel forno a legna nel tipico recipiente di terracotta).
Gli antipasti, che hanno una rilevanza fondamentale nel pranzo alla piemontese sono, per questa zona, innanzitutto i salumi e il lardo. Tipica di questa cucina è la rustica verza, che si ritrova nei caponet, involtini di cavolo ripieni di carne, e nella zuppa di cavolo, la supa mitonà, con pane, brodo e formaggio (e in alcune versioni anche salsiccia e cipolla). Tra i primi “asciutti” da provare i tajarin fatti in casa, oppure il riso ai funghi, alle verdure o alla zucca, mentre, tra i secondi di carne a fare la parte del leone sono i bolliti, con le tipiche salse rosse o verdi, oppure gli stracotti.