Fermo, borgo medievale delle Marche

Nel cuore delle Marche, Fermo è una città ricca di storia, un borgo medievale che ti stupirà.

La città si presenta oggi divisa in due parti: la parte storica, cresciuta attorno e sulla sommità del colle Sabulo, rimasta quasi intatta nei secoli con il suo splendido aspetto medioevale, ed una parte nuova.

Il luogo migliore da cui partire per una visita della città è la rinascimentale Piazza del Popolo, il salotto buono della città, sulla quale si affacciano il Palazzo dei Priori, il Loggiato di San Rocco e il Palazzo degli Studi.

Il cinquecentesco Palazzo dei Priori ospita la Pinacoteca Civica dove si può ammirare lo splendido dipinto della Natività di Rubens; ospita anche la Sala del Mappamondo che contiene 15.000 libri antichi e l’enorme Mappamondo del 1713 disegnato a mano da Amazio Moroncelli quando era cosmografo della regina Cristina di Svezia.

Imperdibili le cisterne romane, seconde solo a quelle di Istambul, patrimonio dell’arte idraulica di età augustea, ingegnosa idea di Vitruvio. Si tratta di un enorme complesso, quasi 2.000 mq di estensione, costruito intorno al I sec. dopo Cristo e comprendono 30 grandi ambienti sotterranei ancora intatti che servivano a raccogliere e purificare l’acqua piovana.

Facendo un po’ di salita puoi arrivare al Duomo, cattedrale della città sul colle Girfalco il punto più alto della città, dove lo sguardo si perde fino al mare.

Salendo verso la cattedrale da vedere anche il Teatro dell’Aquila, un capolavoro del ‘700 marchigiano.

Dopo la visita culturale non puoi perderti i tipici prodotti gastronomici della zona: tra questi i vincisgrassi, una pasta al forno simile alle lasagne ma con ragù di carne a base di manzo, maiale e rigaglie di pollo, insaporito con la pancetta. Famosi i maccheroncini di Campofilone a marchio IGP, una pasta all’uovo talmente sottile da essere considerata opera di maestria culinaria, da gustare con il ragù. Sono una specialità dalla lunga tradizione, la cui ricetta è stata tramandata per secoli in ogni casa tra le massaie, le “vergare” nel dialetto locale. Più i maccheroncini sono sottili e più la cuoca è celebrata, perché riuscire a lavorare la pasta sottilissima, tagliarla con il coltello e farla asciugare senza romperla non è certo una cosa semplice. Dal 1964 ogni anno all’inizio del mese di agosto si tiene la Sagra dei maccheroncini che, in soli tre giorni, richiama oltre 15mila persone.