Possono essere barrette, budini, integratori, tutti accomunati da una caratteristica: l’alto contenuto proteico. Il settore degli alimenti arricchiti in proteine è nato per far fronte alle richieste di chi frequenta le palestre e vuole aumentare la massa muscolare, poi il successo delle diete che sacrificano i carboidrati a favore delle proteine ha favorito il diffondersi di questi prodotti anche nei normali negozi e supermercati.
Questo trend, nato negli Stati Uniti, ha investito anche altri Paesi tra cui l’Italia; si prevede che il mercato globale degli ingredienti proteici raggiungerà i 90 miliardi di dollari entro il 2022. Il claim “proteine” è stato il fenomeno del 2021 nel mondo del “rich-in” ovvero dei prodotti ricchi o arricchiti di particolari componenti, tra i quali compaiono anche fibre, cereali, vitamine, calcio e Omega 3.
Non solo ha ottenuto l’aumento delle vendite più significativo (+6,4%) ma ha anche scavalcato il claim “fibre” diventando il numero uno in termini di incassi con 1,1 miliardi di euro, nonostante il comparto più sostanzioso sia proprio quello dei prodotti “ricco di fibre” con oltre 9 mila tipologie.
Qual è il nostro fabbisogno di proteine?
Secondo l’Istituto di Medicina americano il fabbisogno medio giornaliero di proteine per gli adulti è di 0,66 g per kg di peso corporeo e ha proposto che la dose giornaliera raccomandata sia di 0,8 per kg di peso corporeo al giorno. Anche la FAO e l’OMS hanno confermato che l’assunzione proteica di riferimento considerata adeguata per gli adulti può essere di 0,83 g/kg/giorno.
Sostanzialmente non c’è differenza tra uomo e donna adulti, anche se con l’avanzare dell’età, per le donne la dose consigliata passa da circa 0.70 g/kg peso corporeo a 0.84 g di proteine. Tutto quello che viene consumato in eccesso, a meno che non si tratti di un bodybuilder o di un atleta professionista, viene ossidato e accelera i processi d’invecchiamento.