TRAPANI E POI ERICE
Trapani si visita senza fretta, passeggiando tra la centrale via Garibaldi puntellata di palazzi nobiliari e i vicoli vocianti che conducono sul porto e sul lungomare. A maggio la temperatura è già mite in questa parte di Sicilia che guarda al continente africano, e accoglie i turisti con garbo, regalando spiagge selvagge e acque trasparenti, piccoli gioielli di architettura e tradizioni intatte. In città si respira l’aria salmastra e si chiacchiera con la gente del posto, godendo dei colori e dei profumi di una gastronomia fatta di cibo di strada e ristoranti accoglienti, dove sentirsi come a casa. E il Vicoletto, nella defilata via dei Biscottai, è uno di questi: piccolo e raccolto, propone pesce sempre fresco, insalate di finocchio, arance e tonno, mezze maniche al ragù di triglia e polpette di acciughe.
Dieci minuti di funivia sono suffcienti per raggiungere il borgo medievale di Erice. Arrampicata sul monte, ha una bellezza antica e suggestiva, fatta di stradine labirintiche, case serrate le une alle altre, varchi così stretti che sembra impossibile attraversarli. Anche i negozi sembrano sospesi nel tempo. Basta andare alla pasticceria di Maria Grammatico in via Vittorio Emanuele per farsene un’idea. Dal 1964 prepara con rigore artigianale i dolci della tradizione: bucellato di fichi, frutta Martorana e pasticcini di mandorla. Poi, per gustare piatti locali e vini del territorio, si va al ristorante vineria Gli Archi di San Carlo: ambiente rustico con volte e travi a vista, calda accoglienza e ottime busiate con pesto trapanese.
MARSALA E LE SALINE
Tappa a Marsala. Di prima mattina vale la pena dirigersi verso l’antico mercato del pesce, accanto a Porta Garibaldi, che regala lo spettacolo chiassoso e vivace dei venditori che dai loro banchi si contendono i clienti. A pochi passi c’è un chiosco storico e giustamente noto, che vende panini con panelle e frittelle di farina di ceci. La giornata prosegue nel centro storico barocco, da via Garibaldi, la strada pedonale principale della città, si raggiungere Piazza della Repubblica il luogo prediletto dagli abitanti per incontrarsi e prendere un caffè. Tutt’intorno alla piazza le facciate degli edifici barocchi splendono sotto il sole attirando i visitatori. Immancabile la visita al Duomo in Piazza della Repubblica. Da vedere anche la Chiesa del Purgatorio, vero e proprio trionfo del barocco siciliano.
Dal sacro al profano. Impossibile lasciare la città senza aver assaggiato il famoso vino Marsala, per farlo nel modo migliore vale la pena partecipare a una delle degustazioni proposte dalle tante cantine della città. Ne citiamo una per tutte: le Cantine Florio, che producono il Marsala dal 1833 e si trovano proprio sul lungomare, vicino al porticciolo turistico.
MULINI DEL SALE
È tempo di lasciare Marsala e proseguire il viaggio in direzione Nord, fino alla Riserva Naturale delle Isole dello Stagnone. Area lagunare dove nidificano anatre selvatiche, aironi e fenicotteri. Lungo la strada capita di restare abbagliati dal bianco accecante delle saline. Specchi d’acqua e canali compongono grandi scacchiere, costeggiate qua e là da cumuli di sale e mulini a vento per la macinazione. Il più grande è il mulino d’Infersa del XVI secolo. Perfettamente restaurato e funzionante, si visita tutto l’anno, per ripercorrere la storia delle saline, l’antica cultura dell’estrazione e della lavorazione del sale. Un’esperienza particolare è la degustazione dei diversi tipi di sale, proposti in abbinamento a pane fresco, olio extravergine, pomodorini, spremute di limone fresco. Prima di ripartire meglio fare scorta di sale grezzo aromatizzato all’arancia, al limone, alla salvia e al rosmarino. Se la degustazione stuzzica l’appetito, attaccato al mulino c’è la spettacolare terrazza di Mamma Caura, ristorante e wine bar, che serve couscous condito con la Ghiotta, delizioso brodetto di pesce misto. Il luogo ideale per celebrare la fine dall’avventura siciliana al tramonto, quando le saline splendono di ogni sfumatura del rosso, dal rosa all’arancione.