Ultimi giorni di affannata ricerca degli ingredienti da portare intavola per rendere speciale il Pranzo di Natale. Ogni Regione, ogni città, ha i suoi piatti irrinunciabili. La ricetta “tipicamente italiana” per festeggiare il Natale semplicemente non esiste, perché ce ne sono moltissime.
Andiamo con ordine e partiamo dagli antipasti. Il più classico degli antipasti all’italiana comprende
un mix di salumi e formaggi presentati insieme a confetture e al miele. Ma ce ne sono tanti altri.
VITELLO TONNATO nato probabilmente da una ricetta piemontese, dell’inizio del XVIII secolo, è preparato con carne di vitello lessata insieme a vari aromi, affettata e poi insaporita con una salsa delicata a base di tonno, capperi e maionese.
INSALATA DI RINFORZO a base di cavolfiore, accompagna i pasti del periodo natalizio e li “rinforza” con olive e sottaceti mescolati per creare un insieme gustoso.
PANETTONE GASTRONOMICO chiamato anche “Pan Canasta” è un panettone salato, tagliato a fette
e tranci che contengono farciture diverse. Le più comuni prevedono maionese, prosciutto cotto o salame. Oppure salsa tonnata o, ancora, burro e salmone. Le varianti sono tante e l’unico limite è la fantasia.
INSALATA RUSSA piatto freddo di verdure miste tagliate a cubetti, arricchito con maionese. Nonostante il nome, pare che le sue origini non siano russe, ma francesi. Non manca mai sulle tavole natalizie
SUA MAESTÀ LA PASTA
In questo excursus tra i piatti simbolo della gastronomia natalizia non può mancare la pasta. All’uovo o ripiena, condita con i sughi più diversi, preparata al forno, è un vero “must” delle mangiate festaiole. Tortellini e cappelletti sono talvolta proposti nel brodo di carne. In Piemonte ogni Natale che si rispetti registra la presenza degli agnolotti, dalla forma quadrata e uno squisito ripieno a base di carne arrosto. I maccheroni di Natale sono invece tipici dei menu liguri, cotti nel brodo di cappone oppure conditi con cardo lessato e salsiccia. Per il cenone della vigilia a Roma un classico è la pasta con i broccoli servita nel brodo di arzilla (altro nome del pesce razza). Tipici delle terre pugliesi e lucane, gli strascinati, simili alle orecchiette, vengono conditi con ragù di carne. A Sud, a Natale troviamo anche gli spaghetti. In Calabria preparati con la mollica di pane tostata e le alici, in Sicilia con le sarde, il finocchietto o la frutta secca. Nelle terre del meridione la pasta dei menu delle feste include anche primi sontuosi, come i timballi e le lasagne, cotti in forno e arricchiti con ingredienti differenti, uova e diversi tipi di formaggio.
LA CARNE DELLE FESTE
Farciti, arrosto, lessati, sotto forma di rollè oppure avvolti nella gelatina: cappone, tacchino e faraona sono al centro di tanti piatti natalizi. Già nel Medioevo il brodo al cappone veniva sorseggiato durante le festività di dicembre, quando il freddo imponeva di mangiare cibi nutrienti e sostanziosi. Caratteristica del periodo è anche la faraona, che in Veneto viene servita arrosto con salsa peverada. A Milano il piatto forte di Natale è invece il tacchino ripieno. Nelle cucine delle Marche si fa anche il piccione ripieno, mentre in Umbria sulle tavole delle feste si serve la galantina di cappone al tartufo.
GRASSI E GUSTOSI
Dalle parti di Modena, la tradizione culinaria italiana vede le tavole natalizie imbandite an- che con due insaccati grassi e saporiti: zampone e cotechino. Il primo è realizzato con cotenna e carne suina tritata (guancia, testa, gola e spalla), salate e speziate. Mix che viene poi inserito nella pelle della zampa anteriore del suino. Il cotechino è invece composto da un impasto di carne di maiale insaporita con sale, pepe, aromi e talvolta anche vino, e quindi racchiuso in un budello. Entrambi i prodotti hanno un forte legame con il territorio, riconosciuto con il marchio Igp. L’abitudine di consumare questi insaccati deriva dal fatto che un tempo il maiale veniva macellato a dicembre e quindi era necessario trovare il modo di conservarlo per avere scorte di carne da consumare lungo tutta la stagione invernale. È consuetudine abbinare lo zampone alle lenticchie, soprattutto in occasione del cenone di Capodanno. Il cotechino, invece, viene spesso servito insieme ai bolliti, accompagnato da salsa verde e purè. In commercio si trovano cotechini e zamponi precotti, ma il top è acquistarli freschi, presso produttori artigianali.
ANGUILLE & CO.
Ci sono prodotti capaci, da soli, di evocare l’atmosfera e il gusto tipici delle feste. Tra questi il capitone, la femmina dell’anguilla, sempre presente sulle tavole partenopee alla vigilia di Natale. La tradizione infatti la considera un porta fortuna: simile nella forma a un serpente, secondo la simbologia cristiana incarna il male, quindi mangiarlo proprio quando si celebra nascita di Gesù è considerato di buon auspicio, un sistema efficace per annientare la negatività. Il capitone è così radicato nella tradizione na- poletana da essere stato persino inserito nella smorfia, dove “o capitone” è al numero 32. Fritta oppure marinata, l’anguilla è comunque diffusa e apprezzata lungo tutta la penisola.
Qualunque sia il piatto che hai deciso di portare in tavola, Buon Natale !!!