Agrume dal colore solare, che invoglia l’assaggio. Quando le arance maturano senza subire escursioni termiche, come accade ai Tropici, in realtà la loro buccia resta verde. La polpa, invece, è arancione a ogni latitudine, con una tonalità chiara o rossa e un sapore che può avere una dolcezza venata di agro, oppure essere completamente amaro. Le arance amare sono impiegate soprattutto per la produzione di marmellate, canditi, liquori ed essenze, quelle dolci sono consumate in tutte le tavole, a spicchi, tocchetti e spremute.
Le arance dolci si distinguono, in base al colore della polpa, in bionde e pigmentate. Le prime possiedono colore giallo aranciato gusto leggermente aromatico che ricorda vagamente la vaniglia e succo chiaro; le varietà più note sono Washington navel, navelina, navelate. Le arance pigmentate, o rosse, sono ottime in spremuta e sono definite dalla polpa che deve il colore rosso scuro ai pigmenti antociani, oppure ai licopeni; in genere hanno sapore e aroma marcati. In base alle caratteristiche, si distinguono in tarocco, moro, sanguinello.
In linea di massima secondo lo spessore della buccia si distinguono arance da tavola (buccia spessa e facilmente asportabile) e da spremuta (buccia sottile).
Al momento dell’acquisto i frutti al tatto devono essere sodi, senza parti cedevoli e la buccia, a sua volta, deve essere soda: staccandola dal frutto deve rivelarsi compatta e non eccessivamente elastica. Il profumo è intenso, penetrante. Se intendete utilizzare in cucina la buccia delle arance preferite produzioni biologiche.
L’arancia italiana trova un ambiente ideale nel Mezzogiorno, in Sardegna, nel Lazio e soprattutto in Sicilia, che vanta la produzione più importante. Elevati standard qualitativi si trovano anche in altre regioni come in Puglia, dove viene coltivata l’Arancia del Gargano.